Colle del Gran San Bernardo
Località: Saint-Rhémy-En-Bosses
Se si osserva la carta geografica, la lunga catena delle Alpi sembra dividere l‘Europa in due, da est ad ovest. Attraverso questa catena si aprono delle porte di comunicazione che mettono in relazione i popoli del sud e quelli del nord. Il Gran San Bernardo è una di queste porte: per lungo tempo fu una delle principali e una delle più anticamente conosciute.
Percorso
Situato a 2472 metri di altitudine, il colle è dominato a nord dalla Chenalette, a sud dal Mont Mort, ad occidente dal Pain de Sucre.
Il valico, a causa della sua posizione, è esposto a venti quasi incessanti e ad una temperatura che oscilla tra un minimo di -30°C ed un massimo di +19°C. La caduta di neve annuale raggiunge, e a volte supera, i venti metri.
Agli inizi, per salire al colle, esisteva solo un piccolo sentiero che fiancheggiava il bordo del lago.
Fin dai tempi dell‘Impero Romano, quando sul colle si edificò il tempio dedicato a Giove Pennino, il valico costituì un importante via di comunicazione attraverso le Alpi. Intorno al tempio romano sono stati scoperti degli edifici risalenti alla stessa epoca, sito archeologico noto come Plan de Jupiter.
L’antica carreggiata è rimasta visibile tra gli ultimi tornanti prima del valico, dove per una sessantina di metri la via è ricavata tramite una larga incisione nella roccia.
Nel 1045, ad opera di San Bernardo di Mentone, si costruì sul colle un Ospizio gestito da una congregazione di canonici regolari, allo scopo di ricoverare, assistere e proteggere i numerosi viaggiatori, tra i quali i pellegrini che percorrevano la Via Francigena.
A partire almeno dal XVI secolo, i canonici dell‘ospizio allevavano grossi cani molossoidi, per la guardia e protezione dell‘Ospizio, ma anche per numerosi altri impieghi. L’utilizzo che li rese celebri nel mondo fu quello di ausiliari dei canonici nel tracciare la pista nella neve fresca, prevedere la caduta di valanghe, e ritrovare i viaggiatori dispersi col maltempo, o addirittura sepolti dalle slavine. A partire dall‘800, da questi cani si selezionò la razza oggi nota come Cane di San Bernardo.
Da giugno a settembre sono organizzate escursioni con i cani al passo del Gran San Bernardo..
Se si dovessero citare tutti i personaggi che hanno segnato con l‘impronta dei loro passi questo storico colle, se ne incontrerebbero nel corso di ogni secolo. Il passaggio più spettacolare rimane comunque quello di Napoleone che, con la sua armata di 40.000 uomini e 5.000 cavalli, 50 cannoni e 8 obici, attraversò il valico nel 1800. Il transito dell‘artiglieria presentò molte difficoltà e occorsero otto giorni perchè l‘intera armata passasse.
Nel 1892 la strada carrozzabile attuale fu aperta sul versante svizzero e nel 1905 su quello italiano.
Al colle si può godere della vista di un piccolo lago, gelato fino a primavera inoltrata, e di panorami mozzafiato sulle montagne circostanti. La zona è meta di itinerari di scialpinismo grazie all‘innevamento presente fino all‘inizio di giugno e di escursionismo durante l'estate.
Vedi anche
N.B.: queste informazioni non sono direttamente collegate al percorso Cammino Balteo ma contribuiscono all'offerta turistica complessiva della regione Valle d'Aosta.