• Il ponte-acquedotto romano di Pont d'Ael

    Architettura romana

Il ponte-acquedotto romano di Pont d'Ael

Località: Aymavilles

  • Da aprile a settembre:
    dalle 9.00 alle 19.00, tutti i giorni
  • Dal 1° ottobre al 1° novembre:
    dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.00, tutti i giorni

Info in loco per visite guidate, laboratori didattici e altre attività culturali organizzate nel sito.

Gli orari sono soggetti a variazioni: si consiglia di verificarli rivolgendosi ai numeri telefonici riportati nella sezione “Contatti”.

Intero: € 5,00

Ridotto: € 3,00 (ragazzi 19 - 25 anni, comitive di almeno 25 persone paganti, convenzioni specifiche)

Gratuito:

  • bambini e ragazzi fino a 18 anni compiuti
  • soggetti portatori di handicap e loro accompagnatori
  • insegnanti e accompagnatori di scolaresche.
  • possessori dell’Abbonamento Musei Piemonte e Lombardia.

L’acquisto del biglietto è necessario soltanto nel caso in cui si voglia accedere al passaggio coperto.

  • È consigliato l’acquisto dei biglietti on line sulla piattaforma MiDA ticket
  • Divieto di introdurre zaini o borse ingombranti

Accessibilità

Sito solo parzialmente accessibile ai disabili fisici in sedia a rotelle. Per le persone con disabilità motoria è possibile affacciarsi sul ponte e osservarne la struttura esterna.

Contatti

Ingresso gratuito per le mamme accompagnate da figli il 12 maggio 2024

Prenota e acquista i tuoi biglietti online

In prossimità del villaggio di Pont d’Ael, situato sulla destra della strada che da Aymavilles conduce a Cogne, sorge un ponte-acquedotto di epoca romana sul torrente Grand-Eyvia. Si tratta di una grandiosa opera in muratura e blocchi di pietra da taglio, alta circa 56 metri e lunga più di 50.

Il monumento aveva una funzione di ponte-acquedotto. Si presenta, infatti, suddiviso in due livelli: un condotto superiore pavimentato in grosse lastre litiche squadrate (lo specus) e originariamente impermeabilizzato da apposita malta idraulica, che consentiva il passaggio dell’acqua, e un camminamento inferiore, largo circa un metro e opportunamente aerato ed illuminato, che consentiva il transito di uomini e animali.

Un’iscrizione sul fronte nord consente la datazione all’anno 3 a.C. e ne ricorda il promotore e proprietario, Caius Avillius Caimus originario di Patavium (Padova). Esponente di una facoltosa gens di imprenditori (gli Avilli) che, ormai ben insediatasi anche nel nord-ovest della Cisalpina, possedeva tutti i requisiti sociali ed economici per ambire alla gestione delle locali cave di marmo e per investire in un’attività estrattiva che sicuramente gli avrebbe dato visibilità e guadagno nell’ambito della giovane colonia di Augusta Praetoria.

Molto rari gli esempi noti di acquedotti privati che non siano collegati ad una villa o ad un possedimento terriero; il ponte-acquedotto di Pont d’Ael, infatti, si evidenzia proprio in quanto attinente ad un utilizzo dell’acqua per scopi “industriali”, adducendo l’acqua necessaria all’estrazione e alla lavorazione del marmo bardiglio le cui cave sono state individuate più a valle, in località Pesse del comune di Aymavilles. Questo tipo di marmo presenta un colore che va dal grigio-azzurro al grigio-perla venato e non è difficile riconoscerlo in gran parte dei monumenti pubblici e privati di Aosta romana.

I recenti lavori di ricerca, restauro e valorizzazione nel sito del Pont d’Ael a Aymavilles sono consistiti, oltre che in una serie di campagne di scavo archeologico effettuate sia sul camminamento superiore, sia lungo la sponda in sinistra orografica, anche nel completo restauro conservativo del ponte-acquedotto, nella realizzazione di un percorso di visita e nel recupero di un fabbricato adiacente destinato a diventare il Centro di interpretazione del sito.

Il progetto di valorizzazione ha permesso la ricostituzione dell’originario percorso ad anello consentendo così ai visitatori, dopo aver transitato nel condotto superiore, di entrare nel livello pedonale attraverso l’accesso in sponda sinistra e uscire guadagnando la sponda destra dove sarà riprodotta, grazie ad una passerella in acciaio, l’antica strada romana di servizio ricavata nella roccia naturale e che oggi in parte non esiste più a causa della natura scistosa e friabile della roccia locale.

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